L'Alchimia dove non c'è.
Innumerabili trattati di alchimia classica, scritti in una
distanza temporale complessiva di diversi secoli, sono riusciti solo a tramandare il dubbio di quali fossero
gli “ingredienti” essenziali per realizzare la Grande Opera.
Mai nessuno che si sia soffermato sugli strumenti dell’alchimia pratica.
Una sostanza che sobbolle in un alambicco è un’immagine che ha in sé ogni elemento: l’alambicco è la terra, la
materia liquida in esso è acqua, il fuoco è sotto di essi, e l’aria è ciò che
evapora. Si potrebbe mettere qualsiasi cosa dentro il vaso – l’operazione
alchemica è fatta sempre degli giusti strumenti e dei giusti passaggi. L’oro c’è
già, e se non ci fosse non ci sarebbe mai – perché l’oro in alchimia si estrae,
non si crea – ed è il principio di volontà attiva e fecondante e creatrice simboleggiata
e identificata dal Sole ʘ che lega l’Uomo e Dio in un rapporto di analogia, tra
ciò che crea ed è creato, e da ciò che essendo creato crea. Non importa dunque
ciò che bolle inerte, purché arda forte il fuoco deputato a plasmarlo.
Così, un vaso con un liquido su un fuoco sarà già di per sé un’immagine
perfetta da contemplare per chi vorrà fare un’opera di alchimia pratica
perfetta; d’altra parte, un uomo che prega sarà l’immagine perfetta a cui dovrà
aderire chi vorrà intraprendere un perfetto percorso di alchimia spirituale. Terra, acqua, fuoco, aria e spirito: sono
gli strumenti a fare di un’opera grande, una Grande Opera.
Ophelia Sophia Della Cattedrale
bibliografia:
- "Androgine Ermetico", Francesco Maria Sentinelli della Metola, 1680 circa link: https://drive.google.com/open?id=0B-pXJh0NneBWamZEaGxXMWhFWDA
- i volumi di "Introduzione alla Magia" a cura del Gruppo di Ur editi dalle Edizioni Mediterranee-Roma
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