Amore sentimentale e affinità elettive nella crescita personale
"Le attrazioni sono proporzionali ai destini."
(G. Crepax)
(G. Crepax)
Così facendo, ci proiettiamo, ci frammentiamo, andiamo in pezzi nell’altro per conoscere quella parte di noi stessi; creiamo dentro di noi una apposita assenza di ciò che avevamo, ma su cui non potevamo indagare, se non come qualcosa da noi staccato e messoci difronte. Creiamo una tensione, il bisogno per l’altro che ora, avendo fatto vuoto dentro di noi, può completarci: scegliamo di sacrificarci in nome dell’amore che decidiamo di voler provare per l’altro, e per quest’altro, facciamo spazio dentro noi stessi.
E soffriamo. E amiamo. Perché sentiamo il bisogno, la mancanza, e la separazione dentro di noi.
Una volta conosciuto l’altro abbastanza, ci saremo conosciuti abbastanza da poter dire che il ruolo di quella persona è terminato nella nostra vita. Conoscendo quella parte di noi stessi nell’altra persona, attraverso di lei, ce ne siamo riappropriati. E ora, non sentiamo più mancanza, non sentiamo più bisogno, l’amore per l'altro svanisce. Non sentiamo più separazione, siamo pieni in noi stessi: è di troppo, e lo allontaniamo.
Questo succede a chi sceglie di conoscersi, di interrogarsi costantemente su sé stesso, di non rimanere indifferente alla possibilità di dire - io so chi sono, perché ho amato. Questa succede a chi sceglie di amare, essere nell’altro, e poi ritornare in sé stesso.
Senza la proiezione, la separazione e la riappropriazione di noi negli altri non avremmo mai potuto conoscerci.
Amare è una scelta, continuare ad amare è una scelta. Tutto sta nel capire quale persona rappresenta al meglio uno specchio per poter continuare a proiettarvi quante più parti di noi stessi, scegliere qualcuno in cui possiamo ri-conoscerci. Ma in fin dei conti, anche se non vi riusciste, non vi rattristate: siamo fatti di tante cose, possiamo essere di tante persone.
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