Catechismo: avviamento al percorso spirituale

Ciò che segue è un estratto da una conversazione avvenuta via chat tra me e una mia coetanea il 23/04/2016. Nel momento in cui è avvenuto il dialogo avevo già terminato da Febbraio un
percorso di studio e meditazione sulla simbologia ermetica del Tarocco, durato sette mesi.
Solitamente, quando nella nostra vita compare l'esigenza di approcciarsi ad una non ben
specificata spiritualità, la situazione è questa: all'improvviso ci ritroviamo totalmente
spaesati, con addosso questa strana sensazione di rimestamento interiore; una
percezione del mondo che si fa sempre più lucida, sovvertendo ogni certezza che
pensavamo in nostro possesso l'attimo prima, e questo man mano che il nostro spirito
inconsapevolmente inizia a ridestarsi, lasciandoci catatonicamente sterili di ogni capacità
di iniziativa, e con un bisogno umano, viscerale, di essere compresi e rassicurati, perché
in quel momento, se c'è una cosa che abbiamo capito, è che siamo soli.
Ecco allora che la trascrizione di questo scambio vuole essere una sorta di messaggio di
conforto, che contiene anche dei suggerimenti pratici, per chi conosciamo e vorrebbe
iniziare ma ha paura, vorrebbe iniziare ma ha tanto da perdere, vorrebbe iniziare ma non
sa da dove, né come. Ma potrebbe essere anche un guardarsi a ritroso, per chi ha già
cominciato il suo percorso, per fare mente locale su ciò che abbiamo fatto e sentirci, in
empatia, di nuovo spaesati, catatonici...soli. Noi, che soli più non siamo: “Ecce quam
bonum et quam jucundum abitare frates in unum!”.

D: Nelle carte dei tarocchi c'è una figura di menestrello/bardo/trovatore/cantastorie ecc.? E
che significato ha?
R: Forse ti riferisci all'Arcano del Matto.
D: Cosa rappresenta?
R: Non è un menestrello tecnicamente... È rappresentato come un uomo con il bagaglio al
sacco che vaga. È l'arcano zero. Dal punto di vista esoterico rappresenta l'iniziato che ha
terminato il suo percorso per iniziarne uno nuovo.
D: Ma ha una connotazione di uomo vuoto che dice/fa cose prive di senso?
R: Il Matto è colui che dimentico della propria identità vaga per il mondo ora consapevole
di ciò che ha appreso durante tutto il mazzo. Tu devi concepire il mazzo come la
narrazione di una storia. Il Matto è sia centina dell'arco che chiave di volta. La fine da cui
ricomincia la storia all'infinito.
D: Quindi è l'ultima carta e la prima? Inizio e fine?
R: Eheh. È entrambe. È l'Arcano “zero”.
D: Mh...ed esiste nel mazzo la figura di una persona/essere saggio che racconta? Una
persona che insegna, che parla? Che sia la propria storia o eventi esterni.
R: I tarocchi rappresentano il viaggio che compie l'iniziato per conoscere se stesso. È un
viaggio solitario. Infatti il Matto è solo per eccellenza. È un vagabondo. Una persona che
insegna non c'è. Non esiste discepolo o maestro assoluto...sono figure troppo statiche
D: È un viaggio che l'individuo compie senza un punto fisso di partenza?
R: ...e neanche un punto fisso d arrivo. È il divenire per eccellenza.
D: Senza un consiglio, senza un'avvertenza?
R: Esatto: è lo slancio vitale. L'infinitezza è nel divenire, e la dinamicità è generata dalla
tensione degli opposti come in una eterna danza.
D: Parto io dal punto in cui mi sento di partire? E chi mi dice che non parto dal punto
sbagliato? O che un altro punto poteva darmi più possibilità di conoscermi e ampliare le
mie sensazioni?
R: Non esiste punto sbagliato. Nel momento il cui tu ti immetti in un percorso il mondo si
muove intorno a te.
D: Tornano sempre nel circolo del mio cammino?
R: Si. E ciò che viene allontanato è per il tuo bene.
D: Se non percorro un determinato cammino comunque ci arriverò in qualche modo,
volendolo? Nel senso, se io nel percorso voglio farlo posso conoscere tutto nei limiti del
possibile.
R: Dipende qual è il tuo scopo primo. Conoscere è uno scopo o un mezzo? Pensaci
D: Credo sia uno scopo... Un mezzo in che modo può esserlo? E un mezzo per cosa?
R: Per tante cose...ottenere potere, raggiungere uno stato di consapevolezza per
trascendere la materia, tornare alla fonte di vita originaria...non esiste meta giusta o
sbagliata, non esiste percorso giusto o sbagliato. Esiste chi va verso la luce e chi verso il
buio.
D: E se una persona ha paura di intraprendere il cammino e sente di avere l'assoluto
bisogno di una indicazione? Anche per esempio da chi lo ha già vissuto. Anche solo per
dire: si fallo. Non un "come farlo".
R: Il vero maestro ti dirà dove guardare non cosa guardare. È difficile risponderti perché
chi intraprende questo cammino si sente in qualche modo solo e cerca costantemente il
confronto pur essendo consapevole che ogni cammino è differente. Non posso dirti fallo o
no. Posso dirti al massimo cosa è pericoloso e cosa no, avvertirti. Nessuno verrà mai a
giudicarti degna o meno, e se lo fa non è un maestro.
D: Si infatti... Ecco avvertita in cosa è pericoloso già è una grande mano. O essere
indirizzata nel senso "inizia da qui", per poi percorrere autonomamente una strada,
decidere di proseguire o prendere sola altre strade... Questo cercavo di capire.
R: Questo già è più fattibile. Premettendo che valgono sempre i detti chi cerca trova e la
fortuna aiuta gli audaci, puoi iniziare da chi conosci già. Quello che ti consiglio magari
evita di contattare persone sul web, che potrebbero spacciarsi come grandi iniziati e
rivelarsi pericolosi. Esistono traffici di persone, si lo so sembra assurdo, ma ci sono pazzi
che praticano la magia nera anche con sacrifici umani. Oppure pseudo maestri che ti
chiedono sesso in cambio di "conoscenza". Tutte persone da evitare. Sei una ragazza
intelligente, capisci subito chi ha cattive intenzioni o chi si spaccia per qualcosa che non è
D: Si si certo.. Ma da dove posso iniziare? Cosa devo fare? Non so come muovermi...
R: Prima di tutto cosa senti? Come bisogno primario. Se ti avvicini a una cosa è perché ti
manca quella cosa. Cosa ti manca?
D: Non so cosa mi manca..vorrei solo capire cosa sono e cosa voglio adesso. O forse
convincermi che già lo so ma non riesco ad ammetterlo a me stessa. Una sorta di prova,
come posso dire, una conferma.
R: È molto bello tutto questo che senti, è genuino. Hai mai meditato?
D: Non l'ho più fatto.. Il fatto è che più penso più non arrivo a una conclusione. Ecco
perché cerco un suggerimento!
R: I percorsi iniziatici sono differenti dai percorsi religiosi perché sono fatti per metà di
conoscenza e per metà di fede. Dove senti che il tuo pensiero non arriva abbi fede. Chiedi,
prega in nome di quel bellissimo e genuino bisogno di conoscerti che hai
D: Cosa posso pregare? A chi posso chiedere? Ho molto bisogno di capire da dove
iniziare.
R: Adesso è un po un momento strano per te. Hai mai letto alice nel paese delle
meraviglie? Alice chiede al gatto "Quale strada devo prendere?" e il gatto risponde
"Dipende dove devi andare."
D: Effettivamente non l'ho mai letto, dovrei farlo...
R: ...e Alice dice "Non lo so." e il gatto "Allora non importa quale strada prenderai."
D: E poi cosa succede?
R: Che alice prende una strada, una qualunque non ricordo bene. La cosa importante è
che spesso le domande sono più importanti delle risposte. Porre la domanda giusta vuol
dire ricevere una risposta adeguata. Adesso tu hai un bisogno. Devi interiorizzare bene
questo bisogno.
D: Ce l'ho fin troppo radicato...non so nemmeno esprimerlo bene a parole, è come un insieme di immagini e sensazioni. E cerco di sviare pensando a come risolvere, ipotizzo
vari casi, sempre fallimentari però.
R: La sensazione di mancanza che senti dentro, la senti? Quella è una tensione. Quel tipo
di tensione genera il mondo e lo rigenera da milioni di anni. Concentrati su quella tensione.
D: Si, la sento.
R: Sei tu che hai bisogno di vita e la vita che ha bisogno di te: questo è il legame tra te e
tutto quello che ti circonda. Una tensione. Tu sei un microcosmo all'interno di un
macrocosmo e comunicate con questa tensione.
D: Una sorta di filo stretto...
R: Si. C'è chi lo sente e chi no, chi meno e chi di più. Ma siamo tutti cosi.
D: Dovrei concepirlo un po' di più forse, capirlo.
R: Si. Sederti la sera magari. Anche dieci minuti, e contemplare questa tensione.
Immaginala come un canale che percorre tutta la schiena. Parte dal coccige fino alla
sommità della nuca.
D: Mi piace immaginarlo come un cordone ombelicale.
R: Stai li e contempla, sentila. È un cordone infatti. Da lì passa un qualcosa di simile
all'aria o al cibo. I kabalisti la chiamano “luce”, altri “energia”...è lo stesso non ha
importanza. Tu senti la tensione, senti il calore. Non lo definire. Tu ne fai già esperienza,
per te è reale non devi leggerlo su un libro. Prova con questo esercizio e nota il giorno
dopo come cambia il mondo attorno a te.
D: È comunque una sensazione intima e individuale? Sento un qualcosa che dentro di me
mi fa capire che ho un contatto con ciò che è intorno a me?
R: Si. Adesso tu senti che esiste un dentro di te e un fuori di te. Poi questa sensazione
potrebbe cambiare, ma adesso non preoccuparti ci arriverai.
D: Ok È una sorta di punto di inizio?
R: Si. Adesso devi iniziare da qualcosa.
D: Cioè assumendo questa consapevolezza potrò trovare un modo per capire? Ti
confesso che mi sembra una cosa molto alla lontana...forse perché non ci ho mai pensato
seriamente.
R: Qualcosa che non sia pericoloso e che non presupponga una conoscenza di base. Sei
solo tu il tuo corpo e il cosmo. Si, adesso devi avere fede in te stessa. Abbi fede in questa
tensione. Adesso che non c'è conoscenza.
D: Infatti. Cosa credi che succederà?
R: Che la tua consapevolezza inizierà a espandersi e inizierai il tuo percorso, se vorrai
davvero.
D: Non riesco proprio a capirlo...
R: Non lo devi capire. Devi avere fede.
D: Tu lo hai fatto?
R: Si.
D: È successo quello che ti aspettavi? Sei riuscita a raggiungere in tuoi obiettivi?
R: Diciamo che...la vita sa essere molto più incredibile e meravigliosa di quello che puoi
immaginare. Una volta compreso che ogni cosa è possibile. Ti rendi conto di quanto la vita
sappia ricambiare l'amore che le dai. Sei solo tu, il tuo corpo, il cosmo.
D: E hai conosciuto cose di te che già sapevi ma non hai mai approfondito? O cose che
non avresti mai immaginato?
R: Ho conosciuto cose di me di cui dovevo prendere piena consapevolezza a tempo
debito.
D: E tramite cosa sei arrivata a queste consapevolezze?
R: Tramite tanti piccoli passi: ora un libro, ora una persona incontrata per caso, una scritta
su un muro... Nel momento in cui tu assumi un atteggiamento ricettivo ti apri al mondo,
inizi ad a.ttrarre ciò che è funzionale al tuo bisogno, e non importa come, basta che funzioni.
D: Quindi non è solo un rimuginare tra me e me...Tutto può darmi un aiuto...
R: È anche quello ma non solo. Dev'esserci un rapporto osmotico tra te e il mondo. È
come se tu fossi tanti filtri uno dentro l'altro: devi filtrare il mondo fin dentro di te, e far
arrivare al tuo cuore solo ciò che è funzionale ad armonizzare questa tensione. Non devi
aprirti completamente né chiuderti.
D: È come se avessi una sorta di corazza adesso...con tutti i fori tappati.
R: Si adesso si. Quello genera dolore.
D: Ok...quindi devo vedere e leggere in quello che vivo quello che mi serve per il mio
percorso.
R: Si. E meditare, per accrescere la consapevolezza del tuo corpo rispetto la tua mente,
ma anche rispetto ciò che hai intorno. Non come fossi in una bolla. C'è un esercizio
bellissimo che fanno alcuni monaci: inspirando immaginano di assorbire il mondo, la realtà
così com'è, ed espirando immaginano di rilasciare la realtà come vorrebbero che fosse.
D: E cosa ne deriva?
R: Prima di tutto è un esercizio di visualizzazione: la visualizzazione è una delle tecniche
per manipolare ciò che ti circonda. Seconda cosa, ti pone degli interrogativi: “Perchè il
mondo è cosi?”, “Perché vorrei che fosse diverso?”, “È più giusto e necessario il mondo
che c'è o il mio mondo?”.
D: È vero...puoi anche capire cosa ti spinge a cercare un altro mondo, dei cambiamenti
ecc. ...
R: Si, esatto. Inizi a sintonizzare i tuoi desideri con la necessità del cosmo. In natura non
c'è nulla di troppo. Esiste un principio...sul fatto che la massa o l'energia rimane inalterata.
Non esiste l' “eccesso” in natura, i conti tornano sempre.
D: Puoi solo assimilare ma non deformare ciò che c'è come base? E riflettere su cosa vuoi
e cosa no? Su cosa tu devi cambiare, ma il resto rimane.
R: La prima si. La seconda devi vedere cosa e perché vuoi. Piano piano devi convertire i
tuoi desideri. Da desideri formulati sulla base del tuo ego devono diventare desideri
formulati sulla base della relazione tra te e il cosmo.
D: Ok, ho capito...credo di aver capito.
R: Sono contenta.
D: A seconda del mio legame capirò cosa è giusto e cosa no.
R: Si. Non sottovalutare questo passaggio perché ti fornirà la capacità autocritica. In
questo modo plasmerai una voce interiore che ti seguirà lungo tutto il percorso. In realtà
quella voce sei tu.
D: Che mi dirigo da sola
R: Si. Tu sai più di tutti cosa è meglio per te, a che livello stai, cosa sei pronta a fare.
D: Si infatti...devo mettere a punto i dettagli.
R: In questo modo ti auto-inizierai ai sacri misteri della vita. Concentrandoti sulla tensione
tra te e il cosmo. Aprendoti al mondo, contemplando e meditando. Avendo fede.
D: Mi ha già tranquillizzato molto parlarne con te.

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