Cabala - Considerazioni sulla Magia della Sfera di Yesod
Recentemente, la spiritualità occidentale ha visto nascere una moltitudine di movimenti cosiddetti neo-magici, legati spesso e volentieri all'ampio e altrettanto fumoso ambito del New Age: correnti che trovano il loro fulcro in una ritualità, che spesso sfrutta le simbologie delle nostre antiche tradizioni (neo-paganesimo, wicca, satanismo spirituale ecc. ecc.). Se da una parte queste avvicinano sempre più persone ad una ricerca interiore, sottraendole con originali alternative all'approccio pigro e dogmatico della religione tradizionale, dall'altra non offrono un reale percorso di evoluzione dell'uomo e, nei casi peggiori, ne decretano l'involuzione.
L'iniziato del Gruppo di Ur Arvo, già nella prima metà del '900, avvertiva sulla pericolosità di alcune derive prese dalla spiritualità occidentale, a lui contemporanee, in un pezzo intitolato appunto Sulla «contro-iniziazione»: “[…] Ora, proprio nelle correnti dello «spiritualismo» e dell'occultismo di oggi il Guénon e, con lui, l'Evola hanno mostrato l'esistenza di un tale insieme di contraffazioni, di confusioni, di deviazioni ideologiche e pratiche, da render legittimo il sospetto che qui non sia stata estranea una azione segreta intelligente non semplicemente umana, lo scopo precipuo della quale è il portare ogni spirito che cerca di uscire dal cerchio del materialismo pratico prendendo la direzione non verso l'alto ma verso il basso, non verso la superpersonalità ma verso la subpersonalità, non verso la spiritualità vera e la conoscenza metafisica ed iniziatica, ma verso il mondo di uno psichismo inferiore, fatto di un nebuloso visionarismo e di sensazioni che finiscono con l'inibire ogni possibilità di vero sviluppo, se non pure a propiziare l'alterazione dell'unità spirituale: il che costituisce lo scopo precipuo della contro-iniziazione. Come si vede, con ciò si è riportati all'ordine di idee che interessa specificatamente i nostri lettori. I quali debbono dunque rendersi conto, di fronte al pullulare di sette, logge e movimenti di ogni colore, che la confusione qui segnalata oggi è vasta e pericolosa quanto mai, mancando quasi del tutto chi, oltre alla competenza, abbia anche l'autorità per denunciarla nei suoi giusti termini.” ³
Nell'attuale contesto, ci troviamo dunque a non differenziare più tra pratica iniziatica e non – ma, con più urgenza – tra una pratica iniziatica e una, potenzialmente, contro-iniziatica.
Potenzialmente perché la Magia di Yesod, praticata in maniera esclusiva dai movimenti neo-magici, non è contro-iniziatica in sé, ma se l'uomo non la affronta adeguatamente, le soccombe. Nel caso, invece, venisse praticata con la consapevolezza opportuna, rappresenterebbe la fase iniziale del percorso iniziatico: la prima ascesa dal Regno Terrestre (Malkut) alla Sfera della Luna (Yesod). A riguardo si esprime Ea in Considerazioni sulla magia e sui «poteri» parlando in un punto della sua trattazione di operazioni, “che siano appunto esercizio di poteri e non abbiano una finalità iniziatica”, ponendo la questione “[...] Si può seguire la giusta via eppure darsi ad operazioni del genere?” rispondendo di seguito che “si può concepire una fase intermedia in cui l'esperienza magica può avere il significato ed il valore di una specie di sport, non nel senso deteriore, ma come un allenamento di forze e di organi, che qui non sono del piano fisico e corporeo e che entrano in linea per chi comincia a condurre una duplice vita, nel visibile e nell'invisibile. […] Resta solo da saper riconoscere il limite, oltre il quale, proprio come nello sport fisico, non si ha più uno sviluppo ma una deviazione, perché si finisce col dare un valore in sé a cose che ne hanno solo uno contingente”.³
Ma cosa intendiamo con Magia della Sfera di Yesod ? Un tipo di magia che attinge le sue cause dalla Sephirah Yesod, e non opera oltre anche in quanto a effetti.
Riguardo alle sephiroth dell'Albero della Vita coinvolte nell'Opera della Magia ce ne viene data delucidazione dal blog Fuoco Sacro: “Netzach, Hod e Yesod sono le sfere tramite le quali possiamo lavorare con l’energia e quindi magicamente, ma esprimono tre livelli diversi di consapevolezza. Hod è la sfera della ritualità per eccellenza e ogni sorta di operazioni magiche, per essere viva, reale ed efficace deve avere un qualche elemento di Netzach. Chi ritualizza e vuole arrivare a Netzach deve risentire della consapevolezza di essere alla ricerca di valori superiori nonché dell’anima del rito, deve aver fatto ordine dentro di sé e trovato il suo maestro interiore che struttura i suoi desideri e passioni, altrimenti il rito o diviene consapevolmente di magia nera o rimane nella sfera di Yesod, quindi confuso, illusorio, irreale e allucinatorio. Yesod, proprio perché la sua funzione principale è quella della immaginazione, è una Sephirah molto dispersiva, piena di tante immagini astrali concepite da uomini vili e meschini, sopraffatti da egoismi e da passioni cruente ed è piena anche di tante entità, come larve di animali ed umane che hanno bisogno di energie per sopravvivere. Molto spesso queste larve si camuffano e cercano di presentarsi alle persone più deboli o più desiderose di contatti, sotto spoglie gradevoli, proprio come desiderano queste persone, per avere credito presso loro e per poter succhiare la loro energia; infatti, come abbiamo già detto, la credenza e la fede di una persona vale anche per tenere in vita queste larve e certe immagini volute dai nostri desideri, anche se a livello astrale più basso. Ecco perché è necessario essere nella sfera di Hod, cioè essere coscienti di ciò che si fa, per parlare di riti che possono riguardare Netzach o, quanto meno, può essere cosa buona ripetere quei riti già strutturati da anime iniziate che hanno trasferito a Netzach i poteri di Hod per promuovere l’evoluzione umana.” ¹
Considerazioni simili arrivano anche da Dion Fortune, che trattando più nello specifico la simbologia della Sephirah Yesod ci dice: “Yesod ha anche somma importanza per l'occultista pratico in quanto è la prima Sfera di cui egli fa conoscenza quando comincia a “salire sui piani”, e innalza la consapevolezza sopra Malkuth. Avendo percorso il terribile Trentaduesimo Sentiero del Tau o Croce del Soffrire, e di Saturno, egli penetra Yesod, la Tesoreria delle Immagini, la Sfera di Maya, Illusione. Yesod, considerato da solo, è indubbiamente la Sfera dell'Illusione, in quanto la Tesoreria delle Immagini non è nient'altro che l'Etere Riflettentesi della Sfera-Terra, e nel microcosmo corrisponde all'Inconscio degli psicologi pieno di cose antiche e dimenticate, represse fin dall'infanzia della razza. Le chiavi che aprono le porte della Tesoreria delle Immagini e ci mettono nelle condizioni di comandare i suoi abitanti vanno trovate, in Hod, la Sfera della Magia. Nei Misteri viene detto realmente che nessun grado diviene funzionante finché uno non ha preso quello successivo. Chiunque cerchi di funzionare come mago in Yesod si rende conto immediatamente del suo errore, perché sebbene può percepire le Immagini nella Tesoreria, egli non possiede alcuna parola di potere con cui comandarle. Di conseguenza, almeno nell'iniziazione sul Sentiero Occidentale […] i gradi dei Misteri Minori ascendono direttamente il Pilastro Centrale fino a Tiphereth e non seguono la linea della Saetta. In Tiphareth l'iniziato assume il primo grado dell'adeptato, e di là ritorna, se lo desidera, a imparare la tecnica del mago relativa alla Personalità dell'Albero, vale a dire l'unità macrocosmica dell'incarnazione. Se egli non lo desidera, ma vuole divenire libero dalla ruota della Nascita e della Morte, egli procede sul Pilastro Centrale, che è chiamato dai Cabalisti anche il Sentiero della Freccia, e supera l'Abisso in Kether. Colui che penetra questa Luce non ritorna.” ²
Da entrambi i brani riportati emerge il motivo per cui bisogna superare l'operatività esclusiva in Yesod – ma ci esorta anche a sottoporre a disamina le ragioni della nostra scelta: perché ci avviciniamo alla magia?
In fondo “Dipende tutto da quello che vuoi tu. Quello che credi la vita voglia da te, è quello che tu vuoi da te stessa“ ma, parafrasando quello che disse lo Stregatto ad Alice nel Paese delle Meraviglie, se non sappiamo dove vogliamo andare, non importa quale strada prenderemo.
Indubbiamente infatti, la Magia di Yesod, operata spesso anche in campo profano, e la magia svolta in ambito iniziatico hanno una differenza di scopo. La prima è generalmente intesa come “un fare per ottenere”, legata per certi versi all'occultismo e ad una sperimentalità marcata (mi spingo fin dove posso arrivare, “fa ciò che vuoi sarà la tua legge” diceva Crowley), mentre il secondo tipo di magia, chiamata a volte anche teurgia, è “un fare per il fare”, mirata in un cammino di evoluzione personale, alla reintegrazione dell'uomo nell'Uomo e dell'uomo nel Divino.
Una descrizione più approfondita sulla definizione di magia in ambito iniziatico e sulle sue relative declinazioni ci viene data dall'iniziato Ea, in Considerazioni sulla magia e sui «poteri»: “[...] Una testimonianza assai interessante che vale ricordare è l'uso che l'ermetista italiano C. Della Riviera fece dei termini «magia» e «magico» nella sua opera «Il mondo magico de gli Heroi» uscita al principio del Seicento; qui la magia viene concepita come sinonimo dell'arte di coloro che sanno aprirsi di nuovo la via fino al paradiso terrestre per partecipare dell'«Albero di Vita» situato nel suo centro: cosa che evidentemente allude a quella restaurazione dello stato primordiale, a quella reintegrazione del potere e a quel contatto col «Centro», che costituiscono il fine precipuo dell'iniziazione vera e propria.
[…]
Tutto ciò mostra dunque che è lecito usare il termine «magia» senza doverla confondere con la pratica empirica dei poteri psichici, riferendo invece l'«alta magia» ad un particolare modo di intendere la stessa scienza iniziatica integrale. Possiamo anche ammettere che a questo significato forse si avvicina di più l'antico termine teurgia; ma anche qui sarebbero necessarie delle riserve, perché letteralmente «teurgo» significa tanto «facitore di opere divine» quanto «facitore di dèi» e nel secondo caso l'arte teurgica sarebbe quella di dar forma di apparizioni a certi poteri d'in alto evocati o risvegliati: sarebbe allora qualcosa che rientra più o meno in ciò che si usa chiamare «magia cerimoniale», la quale resta, come livello spirituale, al di sotto dell'alta magia quale noi l'intendiamo.” ³
Considerazioni e riscontri personali sulla Magia
Lungi dal dilungarmi ulteriormente su aspetti puramente teorici, se c'è qualcosa che ho imparato attraverso la pratica in questi ultimi mesi, è essere ciò che faccio. In questo modo la magia diventa, per me, un “fare per essere”.
Quando svolgo la Croce Cabalistica, sono la croce, io sono Malkut, Geburah e Gedulah.
Sono la fiamma della luce che accendo.
Sono l'egregore dei miei fratelli e delle mie sorelle.
Sono lo Shin del pantacolo.
Sono il suono della batteria e il silenzio eloquente del segno.
Sono le parole dei Salmi.
Sono gli angeli della settimana, i vizi che correggo, le virtù che esalto, i metalli che trasmuto, i colori che vedo e i profumi che preparo.
Sono nel Sacro Nome Pentagrammatico.
Sono l'amore della preghiera ai fratelli e le sorelle.
All'inizio svolgevo le azioni pensandole, adesso sentendole. Ho eliminato ogni meccanicismo, e lavorato con le sensazioni dell'inconscio, escludendo il pensiero razionale. È qualcosa di altro rispetto il sentimento o l'emozione, è qualcosa di ancora anteriore. È l'essenza delle cose, è la mia essenza. Non sono più «io», sono diventata il Logos e il simbolo del Rito.
¹link dell'articolo, Netzach http://www.fuocosacro.com/pagine/cabala/14.htm
²LA CABALA MISTICA, Dion Fortune, Casa Editrice Astrolabio.
³Introduzione alla MAGIA, a cura del Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee Roma.
L'iniziato del Gruppo di Ur Arvo, già nella prima metà del '900, avvertiva sulla pericolosità di alcune derive prese dalla spiritualità occidentale, a lui contemporanee, in un pezzo intitolato appunto Sulla «contro-iniziazione»: “[…] Ora, proprio nelle correnti dello «spiritualismo» e dell'occultismo di oggi il Guénon e, con lui, l'Evola hanno mostrato l'esistenza di un tale insieme di contraffazioni, di confusioni, di deviazioni ideologiche e pratiche, da render legittimo il sospetto che qui non sia stata estranea una azione segreta intelligente non semplicemente umana, lo scopo precipuo della quale è il portare ogni spirito che cerca di uscire dal cerchio del materialismo pratico prendendo la direzione non verso l'alto ma verso il basso, non verso la superpersonalità ma verso la subpersonalità, non verso la spiritualità vera e la conoscenza metafisica ed iniziatica, ma verso il mondo di uno psichismo inferiore, fatto di un nebuloso visionarismo e di sensazioni che finiscono con l'inibire ogni possibilità di vero sviluppo, se non pure a propiziare l'alterazione dell'unità spirituale: il che costituisce lo scopo precipuo della contro-iniziazione. Come si vede, con ciò si è riportati all'ordine di idee che interessa specificatamente i nostri lettori. I quali debbono dunque rendersi conto, di fronte al pullulare di sette, logge e movimenti di ogni colore, che la confusione qui segnalata oggi è vasta e pericolosa quanto mai, mancando quasi del tutto chi, oltre alla competenza, abbia anche l'autorità per denunciarla nei suoi giusti termini.” ³
Nell'attuale contesto, ci troviamo dunque a non differenziare più tra pratica iniziatica e non – ma, con più urgenza – tra una pratica iniziatica e una, potenzialmente, contro-iniziatica.
Potenzialmente perché la Magia di Yesod, praticata in maniera esclusiva dai movimenti neo-magici, non è contro-iniziatica in sé, ma se l'uomo non la affronta adeguatamente, le soccombe. Nel caso, invece, venisse praticata con la consapevolezza opportuna, rappresenterebbe la fase iniziale del percorso iniziatico: la prima ascesa dal Regno Terrestre (Malkut) alla Sfera della Luna (Yesod). A riguardo si esprime Ea in Considerazioni sulla magia e sui «poteri» parlando in un punto della sua trattazione di operazioni, “che siano appunto esercizio di poteri e non abbiano una finalità iniziatica”, ponendo la questione “[...] Si può seguire la giusta via eppure darsi ad operazioni del genere?” rispondendo di seguito che “si può concepire una fase intermedia in cui l'esperienza magica può avere il significato ed il valore di una specie di sport, non nel senso deteriore, ma come un allenamento di forze e di organi, che qui non sono del piano fisico e corporeo e che entrano in linea per chi comincia a condurre una duplice vita, nel visibile e nell'invisibile. […] Resta solo da saper riconoscere il limite, oltre il quale, proprio come nello sport fisico, non si ha più uno sviluppo ma una deviazione, perché si finisce col dare un valore in sé a cose che ne hanno solo uno contingente”.³
Ma cosa intendiamo con Magia della Sfera di Yesod ? Un tipo di magia che attinge le sue cause dalla Sephirah Yesod, e non opera oltre anche in quanto a effetti.
Riguardo alle sephiroth dell'Albero della Vita coinvolte nell'Opera della Magia ce ne viene data delucidazione dal blog Fuoco Sacro: “Netzach, Hod e Yesod sono le sfere tramite le quali possiamo lavorare con l’energia e quindi magicamente, ma esprimono tre livelli diversi di consapevolezza. Hod è la sfera della ritualità per eccellenza e ogni sorta di operazioni magiche, per essere viva, reale ed efficace deve avere un qualche elemento di Netzach. Chi ritualizza e vuole arrivare a Netzach deve risentire della consapevolezza di essere alla ricerca di valori superiori nonché dell’anima del rito, deve aver fatto ordine dentro di sé e trovato il suo maestro interiore che struttura i suoi desideri e passioni, altrimenti il rito o diviene consapevolmente di magia nera o rimane nella sfera di Yesod, quindi confuso, illusorio, irreale e allucinatorio. Yesod, proprio perché la sua funzione principale è quella della immaginazione, è una Sephirah molto dispersiva, piena di tante immagini astrali concepite da uomini vili e meschini, sopraffatti da egoismi e da passioni cruente ed è piena anche di tante entità, come larve di animali ed umane che hanno bisogno di energie per sopravvivere. Molto spesso queste larve si camuffano e cercano di presentarsi alle persone più deboli o più desiderose di contatti, sotto spoglie gradevoli, proprio come desiderano queste persone, per avere credito presso loro e per poter succhiare la loro energia; infatti, come abbiamo già detto, la credenza e la fede di una persona vale anche per tenere in vita queste larve e certe immagini volute dai nostri desideri, anche se a livello astrale più basso. Ecco perché è necessario essere nella sfera di Hod, cioè essere coscienti di ciò che si fa, per parlare di riti che possono riguardare Netzach o, quanto meno, può essere cosa buona ripetere quei riti già strutturati da anime iniziate che hanno trasferito a Netzach i poteri di Hod per promuovere l’evoluzione umana.” ¹
Considerazioni simili arrivano anche da Dion Fortune, che trattando più nello specifico la simbologia della Sephirah Yesod ci dice: “Yesod ha anche somma importanza per l'occultista pratico in quanto è la prima Sfera di cui egli fa conoscenza quando comincia a “salire sui piani”, e innalza la consapevolezza sopra Malkuth. Avendo percorso il terribile Trentaduesimo Sentiero del Tau o Croce del Soffrire, e di Saturno, egli penetra Yesod, la Tesoreria delle Immagini, la Sfera di Maya, Illusione. Yesod, considerato da solo, è indubbiamente la Sfera dell'Illusione, in quanto la Tesoreria delle Immagini non è nient'altro che l'Etere Riflettentesi della Sfera-Terra, e nel microcosmo corrisponde all'Inconscio degli psicologi pieno di cose antiche e dimenticate, represse fin dall'infanzia della razza. Le chiavi che aprono le porte della Tesoreria delle Immagini e ci mettono nelle condizioni di comandare i suoi abitanti vanno trovate, in Hod, la Sfera della Magia. Nei Misteri viene detto realmente che nessun grado diviene funzionante finché uno non ha preso quello successivo. Chiunque cerchi di funzionare come mago in Yesod si rende conto immediatamente del suo errore, perché sebbene può percepire le Immagini nella Tesoreria, egli non possiede alcuna parola di potere con cui comandarle. Di conseguenza, almeno nell'iniziazione sul Sentiero Occidentale […] i gradi dei Misteri Minori ascendono direttamente il Pilastro Centrale fino a Tiphereth e non seguono la linea della Saetta. In Tiphareth l'iniziato assume il primo grado dell'adeptato, e di là ritorna, se lo desidera, a imparare la tecnica del mago relativa alla Personalità dell'Albero, vale a dire l'unità macrocosmica dell'incarnazione. Se egli non lo desidera, ma vuole divenire libero dalla ruota della Nascita e della Morte, egli procede sul Pilastro Centrale, che è chiamato dai Cabalisti anche il Sentiero della Freccia, e supera l'Abisso in Kether. Colui che penetra questa Luce non ritorna.” ²
Da entrambi i brani riportati emerge il motivo per cui bisogna superare l'operatività esclusiva in Yesod – ma ci esorta anche a sottoporre a disamina le ragioni della nostra scelta: perché ci avviciniamo alla magia?
In fondo “Dipende tutto da quello che vuoi tu. Quello che credi la vita voglia da te, è quello che tu vuoi da te stessa“ ma, parafrasando quello che disse lo Stregatto ad Alice nel Paese delle Meraviglie, se non sappiamo dove vogliamo andare, non importa quale strada prenderemo.
Indubbiamente infatti, la Magia di Yesod, operata spesso anche in campo profano, e la magia svolta in ambito iniziatico hanno una differenza di scopo. La prima è generalmente intesa come “un fare per ottenere”, legata per certi versi all'occultismo e ad una sperimentalità marcata (mi spingo fin dove posso arrivare, “fa ciò che vuoi sarà la tua legge” diceva Crowley), mentre il secondo tipo di magia, chiamata a volte anche teurgia, è “un fare per il fare”, mirata in un cammino di evoluzione personale, alla reintegrazione dell'uomo nell'Uomo e dell'uomo nel Divino.
Una descrizione più approfondita sulla definizione di magia in ambito iniziatico e sulle sue relative declinazioni ci viene data dall'iniziato Ea, in Considerazioni sulla magia e sui «poteri»: “[...] Una testimonianza assai interessante che vale ricordare è l'uso che l'ermetista italiano C. Della Riviera fece dei termini «magia» e «magico» nella sua opera «Il mondo magico de gli Heroi» uscita al principio del Seicento; qui la magia viene concepita come sinonimo dell'arte di coloro che sanno aprirsi di nuovo la via fino al paradiso terrestre per partecipare dell'«Albero di Vita» situato nel suo centro: cosa che evidentemente allude a quella restaurazione dello stato primordiale, a quella reintegrazione del potere e a quel contatto col «Centro», che costituiscono il fine precipuo dell'iniziazione vera e propria.
[…]
Tutto ciò mostra dunque che è lecito usare il termine «magia» senza doverla confondere con la pratica empirica dei poteri psichici, riferendo invece l'«alta magia» ad un particolare modo di intendere la stessa scienza iniziatica integrale. Possiamo anche ammettere che a questo significato forse si avvicina di più l'antico termine teurgia; ma anche qui sarebbero necessarie delle riserve, perché letteralmente «teurgo» significa tanto «facitore di opere divine» quanto «facitore di dèi» e nel secondo caso l'arte teurgica sarebbe quella di dar forma di apparizioni a certi poteri d'in alto evocati o risvegliati: sarebbe allora qualcosa che rientra più o meno in ciò che si usa chiamare «magia cerimoniale», la quale resta, come livello spirituale, al di sotto dell'alta magia quale noi l'intendiamo.” ³
Tuttavia, dai brani citati in precedenza si evince anche che lo scopo che ci prefissiamo è legato a doppio filo con la consapevolezza che abbiamo di noi stessi e del mondo: più saremo elevati e liberi dai legami del falso ego, più elevato sarà lo scopo che andremo a porci, perché la visione che avremo della nostra realtà cambierà di pari passo (passaggio da Yesod a Hod e Netzach). Dunque possiamo affermare che oltre una differenza di scopo, tra la “bassa” e l' “alta” magia generalmente intesi, oltre che di scopo, vi è una differenza di approccio ancor prima che di contenuto.
Se non superiamo la fase di Yesod rischiamo di alimentare basi teoriche superstiziose e fallaci sulle quali andremo a costruire una ritualità altrettanto distorta. Per esempio:
- Parlare di enti, spiriti, fantasmi, angeli e demoni, dei di un sistema politeista pagano tradizionale, come se tutte queste entità siano qualcosa che sfuggono totalmente al nostro controllo e alla nostra partecipazione o potere (ignorando di fatto il concetto di “egregora”) e abbandonarci ad una idolatria sentimentale. Proiettare la percezione che abbiamo di esse totalmente al nostro esterno, dimenticandoci che in realtà al livello microcosmico e macrocosmico, materiale e invisibile, siamo tutti elementi partecipi dell'Uno, (“Allo stesso modo che tutto è nel Tutto, il Tutto è in tutto. Chi ben afferra questa verità, ha in sé un grande sapere”, Il Kybalion). Venire sopraffatti dal terrore per luci e ombre in cui spesso e volentieri ci imbattiamo, dimenticandoci che, così come le persone che ci sono amiche o avverse, esse sono frutto della nostra proiezione interiore nel nostro mondo esteriore.
- Perseverare in una visione del mondo dogmatica e superficialmente dualistica: i concetti di bene e di male. Come detto prima, l'esoterista esperto sa che tutto è Uno, e che questo «uno» si basa su un principio di polarità (Il Kibalion), una tensione tra movimenti evoluzionistici e movimenti involuzionistici. Essi sono rappresentati chiaramente nel pantacolo del Sovrano Ordine Gnostico Martinista, il Sigillo di Salomone, come due triangoli, intrecciati: uno è luce bianca che porta verso l'alto (sull'Albero della Vita) e l'altro nero buio radiante che spinge verso il basso. Ed entrambi questi triangoli fanno parte di un equilibrio ordinato e teso che è la base del nostro sistema di esistenza. Il Male, è un'altra cosa: il male è un'eccezione, è caos, è una bolla quiliquothica fuori dall'albero – eppure, se esiste, fa parte anch'esso in un certo senso dell'ordine costituito. Ora, l'esoterista sa, che non esiste nel suo percorso male o bene, ma ciò che è funzionale alla sua evoluzione e ciò che è disfunzionale, e ciò gli basti; questo principio può essere rappresentato con la frase che mi disse un fratello, una conoscenza superiore deve basarsi su un'etica superiore.
- Confondere gli effetti con le cause, le cause con gli effetti, o associare erratamente cause ed effetti. Su questa questione si è espresso sempre Arvo in Sulla «contro-iniziazione»:
“[…] in un certo àmbito, la possibilità di produrre uno stesso fenomeno la si può raggiungere sulla base sia di una regressione che di una integrazione della personalità. Ad esempio, la levitazione può esser prodotta sia da uno stregone, sia da un santo, sia da un medium, sia da un iniziato ed è evidente che in ognuno di questi casi il fenomeno ha un significato assai diverso.” ³
Se non superiamo la fase di Yesod rischiamo di alimentare basi teoriche superstiziose e fallaci sulle quali andremo a costruire una ritualità altrettanto distorta. Per esempio:
- Parlare di enti, spiriti, fantasmi, angeli e demoni, dei di un sistema politeista pagano tradizionale, come se tutte queste entità siano qualcosa che sfuggono totalmente al nostro controllo e alla nostra partecipazione o potere (ignorando di fatto il concetto di “egregora”) e abbandonarci ad una idolatria sentimentale. Proiettare la percezione che abbiamo di esse totalmente al nostro esterno, dimenticandoci che in realtà al livello microcosmico e macrocosmico, materiale e invisibile, siamo tutti elementi partecipi dell'Uno, (“Allo stesso modo che tutto è nel Tutto, il Tutto è in tutto. Chi ben afferra questa verità, ha in sé un grande sapere”, Il Kybalion). Venire sopraffatti dal terrore per luci e ombre in cui spesso e volentieri ci imbattiamo, dimenticandoci che, così come le persone che ci sono amiche o avverse, esse sono frutto della nostra proiezione interiore nel nostro mondo esteriore.
- Perseverare in una visione del mondo dogmatica e superficialmente dualistica: i concetti di bene e di male. Come detto prima, l'esoterista esperto sa che tutto è Uno, e che questo «uno» si basa su un principio di polarità (Il Kibalion), una tensione tra movimenti evoluzionistici e movimenti involuzionistici. Essi sono rappresentati chiaramente nel pantacolo del Sovrano Ordine Gnostico Martinista, il Sigillo di Salomone, come due triangoli, intrecciati: uno è luce bianca che porta verso l'alto (sull'Albero della Vita) e l'altro nero buio radiante che spinge verso il basso. Ed entrambi questi triangoli fanno parte di un equilibrio ordinato e teso che è la base del nostro sistema di esistenza. Il Male, è un'altra cosa: il male è un'eccezione, è caos, è una bolla quiliquothica fuori dall'albero – eppure, se esiste, fa parte anch'esso in un certo senso dell'ordine costituito. Ora, l'esoterista sa, che non esiste nel suo percorso male o bene, ma ciò che è funzionale alla sua evoluzione e ciò che è disfunzionale, e ciò gli basti; questo principio può essere rappresentato con la frase che mi disse un fratello, una conoscenza superiore deve basarsi su un'etica superiore.
- Confondere gli effetti con le cause, le cause con gli effetti, o associare erratamente cause ed effetti. Su questa questione si è espresso sempre Arvo in Sulla «contro-iniziazione»:
“[…] in un certo àmbito, la possibilità di produrre uno stesso fenomeno la si può raggiungere sulla base sia di una regressione che di una integrazione della personalità. Ad esempio, la levitazione può esser prodotta sia da uno stregone, sia da un santo, sia da un medium, sia da un iniziato ed è evidente che in ognuno di questi casi il fenomeno ha un significato assai diverso.” ³
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Considerazioni e riscontri personali sulla Magia
Lungi dal dilungarmi ulteriormente su aspetti puramente teorici, se c'è qualcosa che ho imparato attraverso la pratica in questi ultimi mesi, è essere ciò che faccio. In questo modo la magia diventa, per me, un “fare per essere”.
Quando svolgo la Croce Cabalistica, sono la croce, io sono Malkut, Geburah e Gedulah.
Sono la fiamma della luce che accendo.
Sono l'egregore dei miei fratelli e delle mie sorelle.
Sono lo Shin del pantacolo.
Sono il suono della batteria e il silenzio eloquente del segno.
Sono le parole dei Salmi.
Sono gli angeli della settimana, i vizi che correggo, le virtù che esalto, i metalli che trasmuto, i colori che vedo e i profumi che preparo.
Sono nel Sacro Nome Pentagrammatico.
Sono l'amore della preghiera ai fratelli e le sorelle.
All'inizio svolgevo le azioni pensandole, adesso sentendole. Ho eliminato ogni meccanicismo, e lavorato con le sensazioni dell'inconscio, escludendo il pensiero razionale. È qualcosa di altro rispetto il sentimento o l'emozione, è qualcosa di ancora anteriore. È l'essenza delle cose, è la mia essenza. Non sono più «io», sono diventata il Logos e il simbolo del Rito.
¹link dell'articolo, Netzach http://www.fuocosacro.com/pagine/cabala/14.htm
²LA CABALA MISTICA, Dion Fortune, Casa Editrice Astrolabio.
³Introduzione alla MAGIA, a cura del Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee Roma.
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